Le Cadavre exquis

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“Le Cadavre exquis ha, se ben ci rammentiamo – e se osiamo dire così – preso origine verso il 1925 nella vecchia casa, ora distrutta, del numero 54 della rue du Château. Là, molto prima di dedicarsi allo studio delle prospettive della letteratura americana, Marcel Duhamel ricavava dalla sua partecipazione abbastanza fantasiosa (ma di stile elevato) all’industria alberghiera, di che ospitare in pianta stabile i suoi amici Jacques Prévert e Yves Tanguy, che ancora non eccellevano se non nell’arte di vivere e vivificare tutto ciò che li circondava con le loro battute di spirito. Anche Benjamin Péret fece un lungo soggiorno presso Duhamel. Il non-conformismo assoluto, la più generale mancanza di rispetto erano di rigore, lo spirito più sbrigliato vi regnava. Il tempo era dedicato sempre al piacere e a nient’altro. Ogni sera, o quasi, ci vedeva riuniti intorno a una tavola, dove il Château-Yquem non sdegnava di fondere la…

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Le immagini di dentro

La lingua segreta delle immagini - Foto dell'artista Teijo

il mio primo libro nella foto dell’artista Teijo

Quattro anni dopo la stesura del mio primo libro “la lingua segreta delle immagini”, non cambiano le premesse ma i contesti:

  1. Internet invade le menti di immagini, valanghe a getto continuo, ben al di là del concetto di “flusso”. Direi piuttosto tsunami, inondazione permanente.
  2. Imparare come si creano le immagini non interessa quasi a nessuno, tutti hanno il proprio aggeggio digitale, dallo smartphone in su, e ci fanno quel che gli pare. Già si pone evidente piuttosto la necessità di disintossicarsi dalla dipendenza.
  3. Insegnare come si creano le immagini non interessa più neanche a me. Confesso che tutto ciò che apprendo tra studi ed esperienze mi conferma che non ci sono regole creative da rispettare, solo limiti imposti dalla produzione industriale.
  4. Una cosa sola non è cambiata: le immagini continuano ad influenzare la nostra psiche, ad agire sulla memoria. I cervelli umani sono molto manipolabili, se non si sa come usarli. E, a scuola, nessuno ci ha insegnato questa lingua, che è rimasta “segreta”, sepolta dal razionalismo negli scantinati bui dell’anima.
  5. Ignari del funzionamento della nostra mente siamo alla mercé del primo venuto (bravo/a manipolatore/trice) o, semplicemente, ci facciamo male da soli.  Vale la pena iniziare un nuovo viaggio verso i remoti confini interni.

Nel frattempo, pubblico integralmente il mio primo libro su questo blog.

Elemento fuego - videoart

Elemento fuego – videoart

“Gli archetipi sono dinamici, sono immagini istintive, non inventate dall’intelletto. Stanno sempre lì e producono certi processi nell’inconscio, che si potrebbero perfettamente paragonare ai miti. E’ l’origine della mitologia. La mitologia è una drammatizzazione della costellazione di immagini che formulano la vita degli archetipi. I fondamenti di tutte le religioni, di molti poeti e così via, sono fondamenta del processo mitologico interno, qualcosa di necessario perché l’Essere Umano non è completo se non è cosciente di questo aspetto delle cose.” Carl G. Jung

Emozioni e condizionamento

Interessante frammento del documentario della BBC, realizzato da Adam Curtis nel 2009, intitolato “Il secolo dell’Io” (The Century of the self). Qui si illustrano le origini dei meccanismi emozionali del condizionamento pubblicitario.

Ecco come le donne iniziano a fumare.

Mia madre iniziò così ed io ancora continuo… sospiro pensando alleostre illusioni di libertà.

Occhi di donna

Sono in Italia proprio mentre esplode il caso Ruby -bunga bunga.

Il mondo dello spettacolo ha una lunga tradizione di scambi sessuali che favoriscono la carriera.

Sin dai miei esordi di regista, mi è capitato di rifiutare alcune proposte “allettanti”, che avrebbero cambiato radicalmente la mia vita. Rifiutando, diventi consapevole di aver scelto la via lunga per il successo, ammesso che ci arrivi.

Molti anni dopo, ai miei alunni di cinema e tv dell’Istituto d’Arte di Monopoli – così affascinati, ammaliati, condizionati, dai media – svelavo anche un po’ di “dietro le quinte”, perché si svegliassero.

Un giorno, racconto un episodio sui miei primi passi nel mondo del cinema. Seguivo un film che si girava in Puglia e mi fecero una proposta che mi avrebbe portata dritta a Roma, con molti mezzi e porte aperte a disposizione. Ad una sola condizione: che ci fossi stata, che l’avessi “data”. Un coro di domande mi anticipa in classe: “Professoressa, e lei che ha fatto?!!!”. Quando rispondo “Chiaro, ho rifiutato!”, un’alunna s’indigna:” Nooo!!! Professorè, perché?!! Io l’avrei fatto, tanto che ci vuole… insomma, una volta che si conclude, poi ottieni il successo!” Nessuna mia obiezione la convince, neanche il dubbio di ottenere davvero ciò che le è stato promesso, con tutta la concorrenza di ragazze come lei in giro.

Ciò che m’importa della vicenda Ruby, non è lo spettacolo penoso di un premier con la pompetta, ma che ci siano donne che hanno perduto la sacralità del proprio corpo e la dimensione autentica del piacere. Da femminista ho lottato per la libertà sessuale, non per la mercificazione e la degradazione della donna. Registro l’equivoco, ancora una volta. Negli anni ‘70 si gioiva per il fiorire di radio libere e tv private, si parlava di pluralismo, oggi ci si può rendere conto che il vero progetto di controllo e consumo di allora è quasi realizzato.

Manco da due anni dall’Italia e vedo una regressione enorme. Il condizionamento di massa è penetrato ancora più in profondità. E i canali attraverso cui ciò avviene si sono moltiplicati. Oggi in una casa non ci sono solo le tv, sempre accese, ma si convive con videogiochi, telefonini, computer, applicazioni… Un flusso continuo di immagini, che si assimilano inconsciamente.

All’ora di pranzo, fascia oraria per famiglie, vedo un “normale” servizio di costume del TG2 che spiega alle donne cosa devono fare per piacere agli uomini: e giù tutto il vecchio arsenale di tacchi a spillo, scollature, sculettamenti e trucchi volgari. Bevo l’amaro calice fino in fondo.

Per me, regista e giornalista della scomparsa serie televisiva “Occhi di donna”, progetto pilota per le pari opportunità nei media, è un cazzotto nei denti. Non solo non è cambiato niente ma la situazione è peggiore di quel che sembra.

Osservate le bambine, sempre più addestrate a fare le “lolite”, da un mercato che se ne frega dell’etica o dei traumi psichici con cui crescerà ancora un’altra generazione.

Ciò che sta prevalendo a livello di massa è un modello pubblicitario, semplice, ripetuto, seriale, capace di stabilirsi in modo permanente nella memoria, individuale e collettiva. Condizionano le menti, continuano a pompare immagini artificiali, che si trasformano in desideri, proiezioni, identificazioni…

Per questo, pubblico con piacere un brano tratto dal mio Format di “Occhi di donna” (1999), il bilancio di un’esperienza collettiva, ancora maledettamente attuale.

Il Quinto Elemento

Creazione e realizzazione Ida Mastromarino. Musica e voce Tito Di Pippo e Ida Mastromarino.

Da tre fonti si alimenta questo video d’arte, dedicato a tutti i vivi e i  morti.

Prima fonte, le meditazioni stimolate dalla lettura de “il libro dei segreti” di Deepak Chopra: “la rottura assoluta tra la vita e la morte è un’illusione. Ciò che preoccupa le persone davanti alla perdita del corpo è che sembra una rottura o interruzione terribili. Questa interruzione si concepisce come sparire nel vuoto; è l’estinzione totale della persona. Però questa prospettiva, che suscita una paura tremenda, è limitata all’ego. L’ego brama la continuità; vuole sentirsi oggi come un’estensione di ieri (…) in questo momento già non sei la persona che eri un secondo fa. Pertanto ti stai afferrando ad un’illusione di continuità. Rinuncia ad essa in questo momento e comprenderai che sei stato discontinuo tutto il tempo: sei cambiato continuamente, e costantemente ti sei sommerso nell’oceano di possibilità per generare qualcosa di nuovo.

La morte si può considerare un’illusione completa, perché già sei morto. Quando pensi a chi eri, nei termini dell’io, ti rimetti al tuo passato che già non esiste. I ricordi sono reliquie di un tempo andato. L’ego si mantiene intatto mediante la ripetizione di ciò che già sa. Però la vita è, di fatto, sconosciuta, come deve essere se vogliamo concepire nuovi pensieri, desideri ed esperienze. Se scegli di ripetere il passato, impedisci che la vita si rinnovi. (…)

Se rifiuti l’idea di stare nel mondo ti renderai conto del fatto che sempre hai vissuto da questo luogo discontinuo. Non circoscritto, chiamato anima. Quando muori entrerai nello stesso luogo sconosciuto, e allora avrai una buona opportunità di sentire che mai sei stato più vivo. Perche aspettare? Puoi essere tanto vivo come vuoi mediante un processo conosciuto come resa.è il passo successivo per vincere la morte (…) quando ti vedi come il ciclo totale di morte nella vita e vita nella morte, allora ti sarai arreso, lo strumento mistico più potente contro il materialismo. Sulla soglia della realtà unica, il mistico rinuncia a tutta la necessità di limiti e si immerge direttamente nell’esistenza. Il cerchio si chiude e il mistico sperimenta se stesso come la realtà unica.”

La seconda fonte è la ricerca su reale e immaginario fatta da edgar Morin: riflessi, ombre, fluidità, esercitano un potere immenso di fascinazione sulla psiche umana, danno corpo al nostro doppio, sono in relazione con le pratiche magiche e i primi illusionisti cinematografici. Ho approfondito questi aspetti psichici nel mio libro “La lingua segreta delle immagini”.

La terza fonte sono io. Io, il mago dei Tarocchi, l’illusionista arcaica, Il Quinto Elemento, l’osservatore che influisce sull’osservato, componendo la mia personale visione dal profondo dell’anima, sperimentando il potere ipnotico dei riflessi, giocando con la luce su cristalli, specchi, lenti…

Dal vaso vuoto all’acqua, la vita. Pietre riempiono il vaso – le prime, chiare e luminose, le ultime nere come la notte. Ma, anche quando non c’è più luce, l’energia non cessa di esistere. Il tempo è l’illusione che ci lega all’ego. L’energia fluisce sempre e assume forme diverse, fisiche e mentali.

Nella realtà unica, mistica e quantica, siamo molecole danzanti. Per questo canto  “I never die”, io non muoio mai.

La lingua segreta delle immagini

Fantastica interpretazione creativa del mio libro, ad opera del artista gallego José Ramón Teijo Pena, en exposición con sus obras surreales, en el marco de las iniciativas de EscapARaTE, organizadas por Tito Di Pippo en el C.C. El Campanario.

“La comunicazione audiovisiva è influenzata da fattori intimamente connessi con la natura stessa dell’essere umano, di cui abbiamo disimparato l’importanza. Il modo con cui si percepisce la realtà che ci circonda non è condizionato solo dalle caratteristiche fisiche dell’occhio, diverse da quelle di un qualsiasi apparecchio di ripresa, ma anche dal funzionamento della mente umana che produce spontaneamente “immagini mentali”.

Spesso poi, ciò che crediamo di vedere subisce l’influsso di ricordi, abitudini mentali, proiezioni psichiche,emozioni o complessi, perlopiù inconsci. Altrettanto inconsapevolmente percepiamo segnali non verbali, come la postura, la mimica,lo sguardo e i movimenti nello spazio che, proprio come su un palcocenico,disegnano significati di intimità, sfera personale,spazio reale, infinito. E infiniti sono i meccanismi di fascinazione dell’immagine attraverso cui il reale e l’immaginario si intrecciano nella psiche umana. Il linguaggio delle immagini è istintivo in ogni essere umano ma l’educazione tradizionale spesso lo ignora, inaridendosi sugli aspetti logici,razionali, deduttivi, materiali, gli unici ritenuti importanti, in una società maschile che ha bollato l’altro modo, intuitivo, induttivo, come irrazionale, femminile, “inferiore”. Con il risultato di eliminare dalla
consapevolezza una parte straordinariamente importante della natura di ogni essere umano, uomo o donna che sia.
In piena rivoluzione digitale e civiltà dell’immagine, paradossalmente, i saperi sono stati così parcellizzati nei singoli “specialismi”, da far proliferare un tecnicismo arido,in cui si perdono le radici, i perchè profondi di una certa regola. Scopo di questo libro è svolgere un’azione divergente, unificare le conoscenze in una visione multi-disciplinare, seguendo il filo di Arianna di antiche e moderne acquisizioni di sapere sulla psiche umana. La tecnica  riacquista così spessore e senso, e ci guida con nuovi occhi alla scoperta dell’Universo.”

da “La lingua segreta delle immagini” di Ida Mastromarino

L’Occhio magico

Videoart di Ida Mastromarino, girato nella campagna pugliese.  Colonna sonora originale Tito Di Pippo. Produzioni Imagier 2006

“L’immagine riflessa ha un carattere paradossale: è ad un tempo oggettiva, perché distingue e isola i soggetti, permettendo distacco e presa di distanza, e soggettiva, per i poteri trasfiguranti del doppio, vale a dire per il fascino dell’immagine e la fotogenia. Il riflesso possiede le stesse qualità del doppio, colte nell’acqua o in uno specchio, anche se ormai siamo così abituati agli specchi che serve un’emozione forte, per stupirci o farci spaventare di noi stessi. Anche l’ombra, che di giorno ci segue e di notte ci possiede nel sogno, è un po’ atrofizzata ai giorni nostri, confinata nelle isole magiche del folclore, dell’occultismo, dell’arte.

La fotografia è un’immagine fisica ricca di qualità psichiche, un puro riflesso, come uno specchio.  La sua natura è fatta di riflessi e di ombre, da cui fluisce l’impressione di realtà.  Con la sua stessa estetica, l’arte della fotografia attua l’unione delle qualità dell’immagine mentale, del riflesso, dell’ombra, imbalsama il tempo, contiene i geni del mito. Per questo fa parte d’ogni aspetto della vita: si sorride anche per una foto-tessera, senza contare i rituali intimi e familiari, i sentimenti coronati da uno scatto, i viaggi, i volti e gli oggetti fotogenici, le foto artistiche.

La fotogenia è un insieme unico d’ombra, riflesso e doppio, che fissa sull’immagine fotografica le potenze affettive dell’immagine mentale. Nel trasferire sull’immagine fotografica le nostre immagini mentali, le nostre visioni, siamo favoriti dalla natura stessa dello strumento fotografico, fondato su ombra e riflesso.” [1]


[1] Ida Mastromarino, “La lingua segreta delle immagini”

La postura

Interessante documentario televisivo sul linguaggio del corpo, analizzato nei suoi aspetti e significati, con i risultati delle ricerche sperimentali, delle tecniche e delle nuove tecnologie, inventate ad uso di politica, marketing, polizia, per leggere gli esseri umani come libri aperti: mani, corpo, faccia, voce…

“La postura è un segnale involontario, varia con lo stato emotivo di tensione o relax, ed è meno controllabile della voce e del volto: svela l’atteggiamento di una persona. Osservate qualcuno attentamente: il suo modo di camminare, di stare in piedi, di sedersi, rivela stili di comportamento e ruoli vissuti, stati d’animo, fiducia in sé, auto-immagine. L’analisi dei segni di rilassamento e di tensione, dimostra che di solito ci si sente più tranquilli con gli inferiori e con le donne.

Anche se non osserviamo con attenzione una persona che ci sta di fronte – testa bassa, spalle incurvate, sguardo dimesso – percepiamo ugualmente la sua sensazione di inferiorità e, senza pensarci, ci comportiamo di conseguenza, affermando la nostra superiorità, oppure cercando di “tirarla su”, a seconda del carattere che abbiamo.

Immaginare la postura uguale in tutto il mondo sarebbe sbagliato: in ogni cultura, le persone hanno i loro modi peculiari di stare distesi, seduti, in piedi.  Inoltre ci sono molte variazioni tra uomini e donne, che dipendono dal contesto e dallo status sociale, dalle convenzioni in pubblico, dal tipo di relazione, che può essere improntata all’amicizia o all’ostilità, o condizionata da una visione patriarcale che vede l’uomo superiore e la donna inferiore, l’uno dominante, l’altra sottomessa.”

Brano tratto dal libro “La lingua segreta delle immagini”.

Il piacere della serialità

Videoclip musicale “Fine” di Nico Caldarulo (Suoni Mudù 2006), da me ideato, diretto e realizzato, con le elaborazioni digitali e l’animazione di Tito Di Pippo.

Come può la televisione influenzare la mente umana?

“Umberto Eco ha analizzato i meccanismi del piacere della serialità: come ad un bambino piace riascoltare sempre la stessa favola – e non una diversa – così allo spettatore fa piacere riconoscere uno schema che si ripete, un personaggio di cui si amano i comportamenti fissi, i gesti, i tic, le situazioni familiari, perchè non richiedono alcuno sforzo.

Nella mente umana incline alla pigrizia, è proprio il piacere della ripetizione – uno dei fondamenti dell’evasione – a creare le abitudini mentali: come un pilota automatico, assumono la guida dalle profondità dell’inconscio e influenzano il modo di vivere.

In piena rivoluzione digitale, non si può sottovalutare il potere di un flusso ininterrotto di immagini, pregne, nel migliore dei casi, di devastante superficialità. Comprendere una lingua senza essere coscienti di farlo, espone alle manipolazioni, al rischio di seguire impulsi che realmente non ci appartengono.

Il condizionamento non sta nel singolo messaggio di un politico – non è questione di “par condicio” – quanto nel flusso continuo e seriale di immagini, di contenuto e significato implicito, intuito: una rappresentazione della vita su certi modelli, con certi oggetti desiderabili, con certe mete, motivazioni e risultati.”

Brano tratto dal libro “La lingua segreta delle immagini”.